Un gettone per premiare
Parte 1
Se leggete i miei post vi sarete accorti che spesso parlo di rinforzare e premiare il comportamento positivo che desideriamo che il bambino compia anziché punire quello negativo.
Da dove viene questa idea?
Il principio del rinforzo fa riferimento alla “Token Economy” (traducibile in italiano come “Economia a gettoni”), una tecnica psicologica di riabilitazione che rientra nell’ambito della psicologia comportamentale. Essa si basa sul principio secondo cui bisogna agire con rinforzi positivi per modificare un comportamento.
Per prima cosa, quindi, è necessario identificare in maniera precisa quale comportamento desideriamo ottenere dal bambino: non deve essere un comportamento generico (“Fare il bravo/comportarsi bene”), ma molto chiaro e specifico (“Dare la mano alla mamma per attraversare la strada”).
Si stipula quindi un accordo con il bambino: ogni volta che metterà in atto il comportamento positivo riceverà immediatamente (non prima, non dopo che sia trascorso del tempo) un gettone (o un altro oggetto simbolico: una stellina, un bollino, una faccina, ecc…) mentre non lo riceverà in caso di infrazione.
Una volta raggiunto un certo numero di gettoni il bambino riceverà un premio materiale, scelto da lui stesso e che deve essere per lui molto motivante e gradito.
Funziona davvero?
La Token Economy è una metodologia largamente utilizzata nell’ambito dell’autismo e delle disabilità cognitive e funziona con tutti i bambini, se correttamente applicata. Ovviamente, il rischio è che il bambino sviluppi una sorta di dipendenza verso questo tipo di sistema di rinforzi. Per evitare ciò, è necessario iniziare gradatamente a diminuire (fino a togliere) il sistema a gettoni man mano ci accorgiamo che aumenta la frequenza del comportamento positivo e diminuisce quella del negativo.
Può essere utile in ambito educativo?
Sì, come educatrice io stessa sto utilizzando la Token Economy nel mio lavoro educativo con un bambino sordo (ne parlerò specificatamente nella seconda parte di questo post): aiuta il bambino ad essere consapevole delle regole, a rispettarle e ad aumentare l’autocontrollo sui propri comportamenti. So che questa tecnica viene utilizzata nelle classi (in maniera non “rigida” ma magari con qualche modifica) per premiare i bambini quando, ad esempio, svolgono bene e con impegno un compito.
Può essere utilizzata anche a casa dai genitori?
Certo che sì, volete provare?
Nella parte 2 del post vi illustrerò un esempio concreto.
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