Essere tristi si può!

Spunti pedagogici per imparare a gestire la tristezza

“Non è successo niente...”

“Non serve piangere!”

Quante volte hai detto queste parole al tuo bambino, quando è triste e piange? Sicuramente il tuo intento è di aiutarlo ad uscire da quella situazione che lo fa stare male, ma devi sapere che in realtà non lo stai aiutando davvero. Gli stai solo insegnando che le emozioni spiacevoli sono qualcosa di sbagliato e che vanno allontanate da noi il prima possibile.

Affermare che non è successo niente e che non serve piangere minimizza e svaluta l’emozione provata e certamente non educa a riconoscerla e a gestirla adeguatamente.

Che cosa puoi fare, quindi?

Per prima cosa, mettiti in ascolto dell’emozione del bambino senza giudicare. L’emozione che prova non è né negativa, né positiva. Semplicemente è. Anche la tristezza ha il diritto di esserci e di manifestarsi.

Offri la possibilità al bambino di essere triste, di stare in quella condizione, senza avere la fretta di intervenire immediatamente con distrazioni o compensazioni (ad esempio, proponendo un alimento invitante che va a “tappare” un vuoto emotivo).

Stare nel presente, senza pensare né al passato né al futuro, è un grande esercizio di concentrazione e di attenzione!

Puoi anche aiutare il bambino a dare un nome a ciò che sta provando, facendogli da specchio emotivo e verbalizzando ciò che sente. Potresti dire “Ti senti triste, sembri scontento…” utilizzando più parole e sinonimi in modo da aiutarlo ad ampliare il suo vocabolario. Ciò lo renderà, con il tempo, sempre più capace di conoscere ed esprimere il proprio vissuto interiore.

Supportalo, poi, nel capire il motivo per il quale si sente giù di morale: “Ti senti triste perché…” e aiutalo a comprendere che quello stato emotivo non durerà per sempre, ma passerà.

Infine, forniscigli alternative socialmente accettabili per poter “sfogare” la tristezza: “Quando sei triste non puoi… ma puoi…”.

Ti sarai accorto/a che aiutare il bambino ad accogliere, gestire e liberare nella maniera più consona è un lavoro lungo e impegnativo, ben più difficile da attuare dello sbrigativo “Non è successo niente, non essere triste”.

Ma ti accorgerai che, con il tempo, il tuo bambino acquisirà una sempre maggiore competenza emotiva e, perché no, anche tu insieme a lui.

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