Seduto! Oppure no?

7 strategie più una

Da qualche tempo seguo, lavorativamente, il caso di un bambino estremamente sveglio ed intelligente ma anche molto agitato. Ho quindi pensato di scrivere un post sull’argomento, che credo possa interessare parecchi genitori ed insegnanti.

Che cosa intendo per “bambino agitato”?

  • ha difficoltà a prestare attenzione alle cose e a mantenerla per lungo tempo;
  • commette errori di distrazione;
  • fatica a stare seduto sulla sedia mentre fa i compiti oppure in classe;
  • si alza, a volte anche senza rendersene conto;
  • muove continuamente le gambe e i piedi mentre è seduto;
  • giocherella con qualsiasi cosa trovi sul tavolo o sul banco.

Sappiamo che, di fronte ad un bambino agitato, spesso si è portati a pensare che sia iperattivo o a definirlo tale, non sempre a ragione.

La diagnosi di ADHD o in italiano DDAI (Attention Deficit Hyperactivity Disorder, Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) è piuttosto complessa. In caso di dubbio, i genitori possono chiedere una valutazione neuropsichiatrica e poi impostare un intervento precoce per supportare il proprio figlio.

Di fronte ad un bambino normalmente agitato, non necessariamente diagnosticato come iperattivo, possiamo e dobbiamo intervenire con azioni pedagogiche mirate per favorire l’attenzione, per contenere il bambino, per motivarlo e per combattere un eventuale basso rendimento scolastico conseguente alle sue difficoltà.

Che cosa si può fare concretamente?

  1. stabiliamo le regole: poche, chiare e semplici;
  2. spieghiamo concretamente quali sono i comportamenti da adottare e quali, invece, da evitare;
  3. evitiamo di dare troppe punizioni, preferiamo premiare e quindi rinforzare il comportamento positivo che desideriamo il bambino adotti;
  4. i tempi di lavoro devono essere brevi (date le difficoltà a mantenere a lungo l’attenzione), quindi frazioniamo il compito in piccoli step e facciamo frequenti pause;
  5. interagiamo frequentemente con il bambino, coinvolgiamolo, parliamo con lui direttamente e facciamogli domande;
  6. diamogli la possibilità di fare un’attività sportiva: è un’ottima valvola di sfogo delle energie!
  7. non costringiamolo a stare fermo sulla sedia, è totalmente inutile perché… proprio non ce la fa! Se vuole fare i compiti un po’ in piedi, un po’ seduto, lasciamoglieli fare così: è la modalità che probabilmente lo fa stare meglio e con cui impara con meno difficoltà.

Nel lavoro con il bambino “agitato” di cui ho parlato all’inizio del post, oltre a seguire le 7 strategie, ho ideato i “Gettoni del movimento”: tre semplici gettoni in cartoncino che il bambino ha a disposizione in un arco di tempo di lavoro prestabilito, mentre fa i compiti o altre attività da seduto, che gli danno tre possibilità di alzarsi e di fare movimento (camminare per la stanza, salire e scendere le scale, ecc…).

Gettoni del movimento

Quali sono i vantaggi?

  • Il bambino è libero di gestire e utilizzare i tre gettoni, senza chiedere il mio permesso e senza quindi dipendere da me adulta che posso autorizzarlo a muoversi oppure no;
  • acquisisce maggiore controllo, maggiore consapevolezza di sé e dei propri bisogni: non si alza a caso e senza accorgersene, ma solo quando ne sente la reale necessità;
  • si concentra maggiormente sul compito dopo essersi “sfogato” con il movimento;
  • il fatto di avere l’opportunità di potersi muovere lo rende nel complesso più tranquillo perché sa che il movimento è “concesso” dalle regole prestabilite.

E voi, cosa ne pensate? Conoscete bambini “agitati”?

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