Identikit del genitore iperprotettivo

Poche settimane fa, in spiaggia, mi è capitato di assistere a scene curiose e direi tristemente esilaranti: alcuni bimbi, che avranno avuto 4-5 anni, si muovevano con difficoltà in riva al mare avvolti da uno strato soffocante di braccioli, gilet galleggiante e cintura altrettanto galleggiante. Altri indossavano delle simpatiche calzine (mi ricordavano tanto quelle che portano alcuni cagnolini per proteggere le zampe!) per evitare di scottarsi con la sabbia calda o di tagliarsi con qualche conchiglia.

Mi sono domandata che cosa possa spingere dei genitori a proteggere così tanto i bambini, così tanto da limitarli nei movimenti e nelle esperienze: perché impedire loro di sentire la sabbia sotto i piedi, di sentire l’acqua del mare addosso senza mille strati protettivi? Qual è il compito dei genitori? Proteggere in questo modo o facilitare l’autonomia dei figli, anche esponendoli alle difficoltà?

Il compito dei genitori è molto chiaro: educare i bambini e accompagnarli nel diventare persone progressivamente autonome e indipendenti, in grado di affrontare la vita con tutti i suoi ostacoli e difficoltà.

Al contrario spianare la strada, anticipare i bisogni, proteggere il figlio da qualsiasi frustrazione e difficoltà, risolvere i problemi al loro posto significa essere un genitore iperprotettivo. Nella mia esperienza mi accorgo che sono molte le forme di iperprotettivismo, ma non sempre gli adulti se ne rendono conto e spesso credono di agire in buona fede.

Quando un genitore è iperprotettivo?

Provo a fare alcuni esempi:

  • quando esaudisce ogni capriccio e ogni pianto del bambino, pur di non farlo sentire frustrato nei suoi desideri non soddisfatti
  • quando prepara lo zaino al figlio, lo aiuta a vestirsi o ad allacciare le scarpe mentre lui sarebbe benissimo capace di fare da sé
  • quando porta nel passeggino un bambino in grado di camminare
  • quando si consulta in modo ossessivo con le mamme sul gruppo WhatsApp per risolvere un problema relativo ai compiti scolastici
  • quando critica il lavoro delle maestre e ritiene le valutazioni scolastiche non adeguate alle capacità del figlio
  • quando dice al bambino che non si è comportato bene con un dialogo eccessivo, dando lunghe spiegazioni incomprensibili per la sua età al posto di fornire limiti e regole chiare
  • quando cede al ricatto di accendere la tv o fargli maneggiare lo smartphone purché mangi
  • quando non lo fa stare all’aria aperta e a contatto con la natura perché si sporca, si ammala, fa troppo freddo o troppo caldo

Se un genitore continua a esercitare l’iperprotettivismo purtroppo può causare danni importanti che il bambino molto probabilmente si porterà dietro anche nella vita adulta: difficoltà nel relazionarsi con gli altri, bassa autostima e poca fiducia nelle proprie capacità (“non so fare da solo se non c’è la mamma”), scarsa abilità nel tollerare la frustrazione e più in generale difficoltà nell’affrontare adeguatamente le prove della vita.

Il genitore ha un ruolo educativo e, come afferma il pedagogista Daniele Novara nel suo libro “Non è colpa dei bambini”, non deve perdersi “tra la stanchezza, le emozioni che emergono dalla propria storia educativa, i sensi di colpa, l’ansia della vicinanza” e ancora “il compito dei genitori è di garantire ai figli la sicurezza che deriva da una presenza adulta e aiutarli così a far bene nella vita”.

Non posso che essere d’accordo.

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