Studio e... ricordo!

Cinque sono i gradi per giungere alla saggezza: tacere, ascoltare, ricordare, agire, studiare.

Proverbio arabo

Tutti sappiamo quanto sia faticoso, per bambini e ragazzi, studiare e ricordare le nozioni in vista di una verifica o di un'interrogazione. I bambini iniziano ad avere un primo approccio allo studio già dai primi anni della scuola primaria, quando devono iniziare a memorizzare e ripetere poesie, filastrocche e qualche paginetta... una cosa nuova che per loro può risultare piuttosto difficile e faticosa e, qualche volta, può portare a pianti, rifiuti, non voglia di fare.

Per questi motivi i piccoli studenti non devono essere lasciati da soli, ma devono essere accompagnati nelle loro prime esperienze di studio per acquisire gradualmente quelle abilità e competenze che saranno poi utili per uno studio sempre più approfondito e autonomo nei successivi gradi scolastici.

Quindi, cosa fare?

  • Cerchiamo di capire insieme al bambino dove e come studiare, quindi valutiamo quali sono gli spazi e le condizioni ambientali che gli consentono di apprendere bene e di concentrarsi: in una stanza silenziosa oppure con della musica in sottofondo; da solo, insieme ad un amico o con un genitore; seduto o camminando per la stanza, ecc...;
  • i bambini di solito sono convinti che studiare equivalga a leggere: aiutiamoli a capire che non sono proprio la stessa cosa e mostriamogli concretamente la differenza;
  • verifichiamo che legga con calma il testo (senza correre!), che abbia ben compreso il testo letto e mostriamoci disponibili a offrire spiegazioni e chiarimenti di concetti o singole parole;
  • evidenziamo insieme a lui le frasi più importanti e le parole-chiave, ossia i vocaboli fondamentali;
  • utilizziamo il più possibile le mappe concettuali (fatte a scuola dall'insegnante oppure costruiamole insieme a casa): consentono di visualizzare le conoscenze, di organizzarle e di comprendere i rapporti logici tra esse (ad esempio il rapporto causa-effetto, cosa viene prima e cosa viene dopo);
  • serviamoci largamente di immagini, che possiamo trovare sui libri di scuola o in internet: aiutano il bambino a visualizzare un concetto o una parola che non conosce, a evitare che ripeta a memoria parole "vuote" che per lui non hanno significato e che per questo poi dimenticherà velocemente.

E se ripete "a memoria"?

Capita di frequente che il bambino ripeta a memoria quanto letto, utilizzando le stesse parole del libro o della mappa.

Una buona strategia per aiutarlo ad imparare a ripetere con parole sue può essere quella del gioco: ad esempio, il bambino può ripetere quanto studiato facendo finta di essere l'insegnante che spiega agli alunni. Sarà maggiormente motivato a rielaborare i concetti, ad esporre con parole proprie e alla lunga questo porterà ad un miglioramento non solo delle abilità di studio e mnemoniche, ma anche ad un arricchimento del lessico e ad un incremento delle sue competenze espressivo-linguistiche.

Un'altra strategia, che io stessa utilizzo spesso nel mio lavoro con i bambini sordi ma che vale per tutti i bambini, è quella di "trasformare" il testo in domande e risposte (entrambe in forma scritta e insieme al bambino). Questo metodo ha un duplice vantaggio:

  1. il bambino studia con meno fatica e con meno lamentele perché ha la percezione di dover studiare di meno e per piccoli step (meglio tante brevi domande e risposte che un lungo testo da leggere e memorizzare tutto per intero!);

  2. data la domanda, possiamo aiutare il bambino a cercare la risposta nella sua memoria (se ricorda il concetto) oppure nel testo e a riformulare la nozione con parole più semplici che potrà ricordare con meno fatica perché appunto... sono parole facili e soprattutto sue!

E voi quali strategie utilizzate per far studiare i vostri bambini in modo efficace?

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