Il "diritto alla noia"

Tra i diritti del bambino, in particolare dei nostri bambini di oggi, credo che dovrebbe rientrare a pieno titolo anche il "diritto alla noia".

La noia generalmente è vista in modo molto negativo e spaventa moltissimo noi adulti: ci preoccupiamo in maniera esagerata che i nostri bambini si possano annoiare e allora... dopo la scuola, che occupa la mattina e gran parte del pomeriggio, ci sono lo sport, la lezione di musica, la festina di compleanno ben organizzata con tanto di animatori che programmano giochi e attività perché “non sia mai che i bambini giochino tra loro spontaneamente”. Anche le vacanze estive si fanno al villaggio turistico, dove c’è una ricca programmazione giornaliera di attività per l’infanzia.

Certamente lo sport, la musica e le attività extrascolastiche sono importanti e possono avere numerose funzioni educative, ma non bisogna cadere nell’errore di sovraccaricare i bambini di impegni nel timore che non possano imparare abbastanza. Una o due attività extrascolastiche sono a mio parere più che sufficienti: lasciamo ai bambini un po’ di tempo libero nel quale annoiarsi e cercare in modo creativo qualcosa di nuovo da fare, il tempo per giocare liberamente da soli, con i fratelli o con gli amici, per leggere un libro o i fumetti, per chiacchierare con i genitori o con i nonni, per fare i compiti in tranquillità e non in fretta nei ritagli di tempo tra un’attività e l’altra o la sera tardi. Sì, perchè nella mia esperienza ho visto bambini fare i compiti in auto al mattino nel tragitto casa-scuola, oppure la sera tardi dopo essere rientrati da un pomeriggio tra scuola e sport. E le accuse finali sono di solito rivolte alla maestra che dà troppi compiti!

Proviamo a fare un passo indietro e cerchiamo di restituire ai bambini il loro tempo libero che noi abbiamo riempito all’eccesso per paura che non imparino abbastanza e per timore che si possano annoiare.

I bambini devono avere il diritto alla noia: è proprio da questa che nasce la creatività, la capacità di inventare un modo per occupare quel tempo che si ha a disposizione senza che l’adulto fornisca la “soluzione”, senza che ci sia sempre qualcosa di programmato. Dallo sperimentare i momenti vuoti si impara ad essere intraprendenti, fantasiosi, creativi. Che fare, ad esempio, in casa in una giornata di pioggia?

Anche la noia, quindi, educa. Al contrario, è diseducativo riempire a tutti i costi i momenti vuoti e siamo noi adulti che per primi dobbiamo imparare a sopportare che i bambini abbiano dei momenti di noia. Magari ci tormenteranno un po’ con “Che cosa faccio?”, “Non so cosa fare!”, ma sarà un momento breve, perché i piccoli sono per natura predisposti alla fantasia e alla creatività. Lasciamogli lo spazio per coltivarle.

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